Credo che sia possibile vivere senza stringere. Senza abbracciare. Senza baciare. Ma non senza desiderare spietatamente di farlo.
Quando le possibilità non esistono i desideri non hanno corpo. Non sanno camminare. Non riescono nemmeno a tossire. A sbuffare. Oppure ad alzare un sopracciglio.
Una canzone di Tom Jones mi cammina dentro mentre aspetto a occhi semichiusi il solito treno. Intanto il freddo mi fracassa le ossa. Gela respiri. Mastica i polmoni e li risputa in terra. Goccia su goccia.
Ci sono giorni in cui sembra facile lanciare il cuore a canestro con la speranza di fare centro. Eppure continuo a prendere il ferro. Con quella sensazione di debordante incompletezza a farmi da sipario. Quando lo seguo con gli occhi. Quando lo vedo compiere qualche giro a vuoto. E poi cadere giù.
Stanotte mi resta la scrittura, lei sola. Assieme a tutte quella musica che non ascolta più nessuno. Quella che non è mai abbastanza. Quella che non è mai all’altezza del momento.
A tutti e tutto manca sempre qualcosa che li completi. Agli uomini. Al tempo. Allo spazio. Alla storia. Ai resti di un grande impero.
In fondo, anche all’infinito, manca una fine.
Tag: Aforismi, Colosseo, Gianluca Marcucci, Roma, spazio, tempo
7 dicembre 2017 alle 11:02 PM |
che bello questo pensiero che anche all’infinito manca qualcosa…. profondo, da caderci dentro come a un pozzo
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8 dicembre 2017 alle 1:47 PM |
Bellissima riflessione!! 😊
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