Alice gli passò un foglio di carta piegato a metà. Jep lo aprì e vide un disegno. Piccoli quadrati di diverso colore.
Ogni quadrato era di una tonalità differente e all’interno di ognuno vi era scritta una parola. Cielo, pensiero, viaggio, spazio, fuoco, terra, universo. Lui si trovò in disaccordo con tutte.
A Jep mancava il tempo da inserire nelle cose più semplici, come leggere un quadrato colorato.
Non le disse nulla. Indicò ad Alice con la mano la luce del tramonto che sfumava. E in quello stesso istante desiderò che tutte le parole tra loro si fossero esaurite.
Che ogni sbaglio fosse migrato via, invece di restare appollaiato sui fili neri stesi tra le loro distanze.
Provò ad immaginarlo il suono di quelle parole. Erano colpi di martello. Quelli che un tempo il capotreno dava alle ruote dei vagoni fermi in stazione.
Era quello il suono classico delle decisioni difficili. Era quello il rumore devastante che fa “andare via”.
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