Il bruco credeva che l’amore fosse ovunque, così ogni giorno guardava sotto le foglie. Dietro ai sassi. In cima agli alberi. Ma non trovava nulla.
Il bruco faceva domande. Quelle che ti fanno sentire a disagio. Ed era convinto che mettendo una lettera maiuscola all’inizio delle parole, un giorno sarebbe potuto volare via.
Il bruco non conosceva le linee di prospettiva, quelle che si irradiano dal punto di fuga. Eppure erano state sempre lì, proprio davanti ai suoi occhi. Gli sfrecciavano accanto richiudendosi dietro la testa.
Un giorno il bruco prese una mano e se la mise sul cuore, poi ti disse: “Conta. Ci dividono i battiti di cuore e tutti quei millimetri d’acqua sufficienti a farti annegare”. Poi sorrise. Chiuse gli occhi. E divenne farfalla, prima che qualcuno potesse mai arrivare a cento.
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