Alice non si osserva più attraverso lo specchio. Magari lo fa per evitare paradossi temporali, o forse sente addosso la nettezza del suo lento arrugginire. Lo sguardo da bambina che si perde nelle pieghe del tempo. Il sorriso che le rimane ossidato sotto la lingua.
Alice guarda i gatti e li rincorre alla ricerca dell’inevitabile. Lei porta sempre troppo con se e non lascia molto altro per cui varrebbe la pena tornare indietro. Alice è convinta che solo gli arrabbiati, i sofisti e i codardi ci riescono. A tornare indietro intendo.
Alice spera che, voltando le spalle allo specchio, tutte le parole gridate si esauriscano in un solo istante. Ma dalla finestra le vede appollaiate sui tralicci dell’alta tensione. E le scariche elettriche non hanno lo stesso rumore che avrebbero avuto i silenzi. Quelli necessari a sostituire le parole.
Chissà se, dal punto di vista della rotazione terrestre, Alice sa di girare intorno al sole. E insieme al sole, intorno a chissà cosa. È un romanticismo ellittico. Che poi a guardare troppo gli specchi si finisce col confondere il dentro con il fuori. E la notte non si dorme più.
8 giugno 2017 alle 7:51 PM |
Foto da via piccolomini!
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8 giugno 2017 alle 7:56 PM |
Yep!!!
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