Raccontare una emozione forte non è nemmeno lontanamente paragonabile alla consapevolezza di viverla. Già, la consapevolezza. La domanda che mi pongo da qualche giorno è: “Gianluca, ma ti rendi conto di ciò che stai facendo? Hai una vaga idea di quello che sta succedendo?”. Me lo grido addosso, però la risposta non arriva.
Ma poi, se anche alla fine arrivasse, a cosa servirebbe?
Consapevole. Non posso esserlo prima, altrimenti cosa vivrei a fare? Ho bisogno delle conseguenze anche catastrofiche per acquisire la consapevolezza di ogni mia azione.
Consapevole. Vivo per diventarlo, continuamente e lentamente. Ma rispetto alle esperienze che affronto non lo sono mai, altrimenti non le affronterei o non le potrei mai chiamare esperienze.
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