Ultimamente vivo un po’ alla sinfasò. Come tutti quei romantici che credono che la vita sia molto simile alla letteratura. Stamattina ho ordinato un caffè. Il bar é piccolo. Rumoroso. Non c’è un solo dettaglio memorabile.
La gente mi guarda. Si parla. Sono tutti oggetti celesti lontani in un cielo troppo grande da raccontare. E io? Io sono la cometa di Ison. Un intruso che non è sopravvissuto al suo incontro col sole.
C’é un vaso sul bancone, qualche metro più in là, vicino alla cassa. I fiori finti che sono all’interno somigliano molto alla solitudine. Ultimamente le cose che mi piacciono invece profumano, sorridono, o hanno le ali.
Non è mai una questione se essere, o non essere felici. Ma se essere, o non essere visibili. Per questo faccio a meno dello zucchero. Per questo impiego meno di due secondi per bere. Per risparmiare il tempo di mezzo.
Quello in cui un uomo al bar scrive una cosa veloce. Quello in cui da qualche parte nel mondo una donna si sta asciugando i capelli. Quello in cui le cose che vorresti, comunque, non succedono mai.
Ho scritto una lettera senza destinatario su un foglio elettronico come fosse una tovaglia di carta. Chissà se riesco anche a piegarlo e farci una barchetta. In fondo nutro una profonda passione per le parole. Perché le parole ti disintegrano il cuore, se vogliono. E poi lo ricreano dal nulla.
La giornata è iniziata da poco è il cielo ha già cambiato due volte colore. “Potrebbe essere peggio. Potrebbe piovere!“, direbbe un dilettante Marty Feldman. E poi magari accade che succeda davvero.
16 aprile 2018 alle 12:08 PM |
sinfasò non lo conoscevo…. bello il riferimento a Frankenstein jr…. buona giornata!
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16 aprile 2018 alle 1:36 PM |
Le nonne. Lo dicevano le nonne. ♥️
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16 aprile 2018 alle 5:03 PM |
🤗
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