A volte ho l’impressione che Roma si nutra dello sguardo dei turisti. La domenica poi quell’impressione diviene quasi certezza quando li guardo che camminano per le vie del centro.
A quest’ora il sole è basso e lascia che l’ombra s’impadronisca dei vicoli più nascosti. Davanti al Pantheon c’è un anziano che guarda il monumento e prende appunti. Roma lo osserva. Si studiano. Si salutano con lo sguardo.
Una donna sulla quarantina tiene sua figlia seduta sulla spalle. Le parla. All’inizio non l’ascolto, troppo preso dal personaggio che prende appunti. Poi mi accorgo che la donna è talmente brava, talmente capace di portare la bimba dentro la sua storia, che rinuncio volentieri ad ascoltare altro.
Mi nutro delle storie dal passato. Mi ci emoziono nel presente. E poi le trasporto nel futuro riscrivendole a mia volta. Strano pensare a quello che sto vivendo senza venirne mai a capo. Strano pensare di non essere necessariamente il protagonista di ogni storia. Magari esistiamo per diventare il racconto di altri. Come questa piazza. Come questa città.
Mi siedo a un tavolo. Un bar a caso dietro la fontana. Ordino uno spritz, poi una granita al limone. È davvero buona, penso, ma non indimenticabile. Indimenticabili forse riescono a esserlo soltanto certi ricordi.
21 maggio 2017 alle 4:59 PM |
Meraviglioso….un post che resta.
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21 maggio 2017 alle 5:01 PM |
Vorrei essere più bravo delle immagini che li circondano a raccontare storie. Ma non ci riesco mai.
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21 maggio 2017 alle 5:17 PM
Non è vero. Lo sei😁
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21 maggio 2017 alle 5:37 PM
Magari 😉
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21 maggio 2017 alle 6:25 PM |
Molto bello il tuo post. Indimenticabili forse riescono ad essere solo certi ricordi, è vero.
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