Poi succede che te ne resti qualche secondo ad ascoltare il rumore che fa la ghiaia sotto le scarpe. Castel Sant’Angelo è illuminato. Lungotevere è una strada deserta. È bello affacciarsi e restare a guardare l’acqua del fiume saltare da una sponda all’altra.
A me non piace più il natale. Non mi piace soprattutto perché mi ricorda che occorre riempire il tempo in qualche maniera, più o meno opportuna. Più o meno assurda. Scrivendo, ad esempio.
Con gli anni lo sguardo sulle cose che mi circondano si è fatto più attento. Il pensiero è diventato più personale, più penetrante.
Credevo di sapere osservare. Oggi posso affermare di esserne quasi sicuro. Dico quasi perché in questo universo non si può essere certi di niente. Di cose ne sono accadute in questi tre anni. Alcune addirittura in queste ultime ore.
Dovrei partorire un’opinione, ma è un processo alquanto elaborato e non so quanto al mondo interessi davvero il mio punto di vista.
Allora facciamo così. Facciamo che ci sediamo sul muretto che costeggia l’isola Tiberina. Beviamo una birra. E aspettiamo l’alba raccontandoci vecchi aneddoti. Come fanno le persone di una certa età. Quelle più sagge. Quelle che hanno sempre ragione. Quelle sedute in piazza la sera, in quei villaggi sperduti che muoiono dietro le colline.
Rispondi