Sessantanove è il mio numero. Alzo gli occhi. Sono al cinquantasei. Mi guardo intorno. Facce stanche. Disappunto. Pare che tutti abbiano lasciato fuori qualcosa in sospeso. L’auto in doppia fila. Un appuntamento dal fisioterapista. Una riunione. Un’amante. Un improbabile colloquio con i professori. Certi giorni i pensieri hanno le zampe eppure non vanno da nessuna parte. In quei giorni tutto scivola noiosamente sul piano inclinato della quotidianità. È una mattina qualsiasi. In un posto qualsiasi. E magari tra poco si mette a pure a piovere.
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