Un giorno non molto lontano tutte quelle parole che non ho il coraggio di scrivere forse verranno a portarmi mia.
A questo pensavo stamattina mangiando un cornetto e concentrandomi sulle gocce di cioccolato.
Ti ho vista al primo morso. Avevi gli occhi di un panda. Alzavi il sopracciglio. Ti giravi le dita nella mano e nascondevi l’universo nella tua borsa, mordendoti il labbro inferiore.
Oggi non sono altro che migliaia di puntini. Vorrei che mi risolvessi. Vorrei trovarmi subito a pagina quarantasei confuso tra le soluzioni. Vorrei tirare una linea dritta che li unisca tutti. Orbitare a modo mio intorno a un punto fisso. Con i miei tempi. In barba a Keplero e alle sue leggi.
Vorrei perdere il contatto con la terra, per partire e pensare “stavolta ce la faccio a raggiungere quella stella, quella nascosta dietro la cintura di asteroidi”.
Stamattina il cornetto ha il sapore dolciastro di quando ero un bambino e il retrogusto intenso della tua pelle che somiglia al profumo del cuore. Un posto lontano, nel mio spazio profondissimo. Laddove finiscono i sogni come relitti di astronavi dimenticate.
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