Quando le mie pagine rimangono incomplete somigliano ai vetri rotti delle case abbandonate.
Stamattina invidio le planimetrie che indicano una via d’uscita. Invidio la musica che arriva da cinque punti diversi. Invidio quelle parole che iniziano con la lettera maiuscola. Invidio il terreno con gli alberi aggrappati.
C’è una canzone di Phil Collins a fare da colonna sonora ai miei desideri. Ed è come se avessi le cuffie al cervello e il volume dell’anima al massimo.
L’universo delle cose e delle persone mi scivola addosso. Mi viene ancora da scrivere. Pensieri incastrati nel perimetro perfettamente rettangolare di questo iphone.
Quel poco che basta per sentirmi un improvvisato Bukowski che si sbatte e si danna. Che scrive e cancella. Che vive. Ma non è colpa sua.
In fondo le parole più belle nascono dal cuore e ci tornano sempre, per morire come certi animali stanchi.
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