Ogni tanto passo in rassegna emozioni soffocate, come farebbe un sottotenente con il suo piccolo plotone.
Le vedo tutte lì, ben disposte e in fila. Geometricamente silenziose, perché io esigo rispetto dalle mie emozioni.
Qualcuno pensa che questa vita non sia altro che la somma di migliaia di attimi vissuti in altre vite passate.
Qualcuno dice che ogni nostra cellula contenga in fondo qualcosa di quelle esistenze.
Ma io non lo so.
Non ricordo chi fossi.
Forse ero qualcuno con una missione da compiere, o semplicemente un nessuno che sognava di diventarlo.
Forse ero un musicista.
Forse un pittore.
Forse un condottiero o un esploratore.
Un uomo di potere o distrutto dal potere di altri uomini.
Potrei aver attraversato secoli di storia e magari anche contribuito a scriverla.
Non lo so. Davvero non ricordo.
Mi tornano in mente solo fatti di questa vita, un passato recente fatto di sguardi, sorrisi, emozioni.
Sono le quasi le sei.
Sta salendo il sole ed è lo stesso sole da migliaia di anni. Miliardi di vite passate, miliardi di storie, un solo spettatore.
Emiliano dorme. Pepe farfuglia al telefono, la tv sta trasmettendo una deliziosa musica anni 70 e io ho ancora trenta secondi di tempo da dedicare alla ricerca di ricordi fondamentali prima che finisca questa canzone e ricominci a fare il conto delle cose da fare oggi…
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