Non mi arrendo al tempo che si scompone, ai sogni che non si realizzano, ai rapporti umani che nascono e terminano senza un motivo.
Non mi arrendo all’esistenza, alle coincidenze che logorano, alle cattive amicizie, alle apparenze e alle banalità.
Non mi arrendo ai facili entusiasmi e all’ironia inopportuna che sa di tappo, al falso perbenismo acido come la birra calda e alle lezioni di vita impartite da chi di vita non sa un bel niente.
Non mi arrendo davanti a tutta questa indefinita e labirintica incomunicabilità, davanti alla camaleontica solitudine di certi momenti.
Non mi arrendo all’invidia delle persone che dovrebbero volerti bene e a chi ti tradisce nascondendosi dietro a patinate e spontanee complicità.
Non mi arrendo ai fatti e ai misfatti di questa esistenza, talmente assurda da non sembrarlo nemmeno più.
Non mi arrendo di fronte alle pagine bianche del secondo libro che forse non riuscirò mai a finire.
Non mi arrendo davanti ai miei indugi, alle mie insicurezze, a quel vagheggiare di pindariche idee e illusori pensieri che non sarò mai in grado di tradurre in realtà.
Non mi arrendo davanti a chi tenta di schiacciarmi la testa e non sa di poter essere schiacciato a sua volta.
Non mi arrendo alle implacabili emicranie, alle centinaia di aspirine mandate giù in questi anni e a tutti quei giudizi ingoiati e mai digeriti.
Non mi arrendo al sonno alieno di questa mattina, anche se come ogni mattina mi alzo e mi accorgo di non avere un piano per cambiare il mondo.
Non mi arrendo mai, davanti a niente e nessuno, tranne che allo sguardo luminoso e innocente di mia figlia.
Rispondi