Si può essere vicini. Si può essere nello stesso tempo, nello stesso emisfero, nella medesima città e addirittura nella stessa stanza. Ma tutto cambia il senso senza simultaneità. La simultaneità è una vibrazione empatica.
Due corde di pianoforte accordate sulla stessa nota vibrano nello stesso identico modo. Simultaneità è riuscire a percepirlo.
Ipotizziamo di essere seduti al bar con una persona che ci confida una cosa che ritiene molto importante. Ma supponiamo di capire e di realizzare veramente questa cosa solo diversi anni dopo.
Ebbene è in quel preciso attimo che siamo simultanei. È solo in quel maledetto istante che ci troviamo davvero seduti a quel tavolo. Solo e unicamente in quel momento di molti anni dopo.
Anche se la realtà fisica può essere variata nel tempo. Anche se l’altra persona potrebbe non esserci, o non riconoscerci nemmeno più.
Il piano della percezione è completamente diverso rispetto al piano fisico. E a volte un ritardo nel capire qualcosa di importante diventa il ritardo di tutta una vita. Un disallineamento del nostro essere. La nostra più grande solitudine.
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