C’erano una volta le amnesie di un abbraccio. Uno di quelli che cancella tutto. Uno di quelli che “si riparte da zero”.
C’era una volta una moka che tossiva caffè bollente. E poi tre tazzine disciplinatamente allineate sul tavolo. Un accendino. Un posacenere. La zanzariera della finestra alzata.
C’era una volta un cane anziano e distratto che abbaiava dal giardino. E poi c’erano i bambini portati via dalle proprie biciclette.
C’era una volta una dispensa ordinata e l’odore acre di medicinali. Si percepiva nell’aria. C’era il freddo di un inverno piovoso e il vento che litigava con la fiamma della caldaia.
C’era una volta un pacco mai scartato. Un pupazzo abbandonato, all’ingresso di un pensiero sbagliato.
E fuori i resti di un albero eterno. La luce di un lampione sulla strada. E una siepe malata che osservava le auto in sosta. In silenzio.
C’era una volta il giudizio degli altri. Che correva veloce in mezzo alle oscurità di un sentimento mai ricambiato. E poi l’amara dolcezza di un giorno di novembre. Prima di un temporale.
C’erano un uomo. Il suo sbracciarsi. I suoi mille tentativi di sfuggire alle metafore della vita. Sempre lì fermo, silenzioso, a guardare senza lasciarsi guardare. Negli occhi una clamorosa imitazione di drago da sconfiggere.
C’era una volta il momento sbagliato. Un ricordo scolpito da un’incapace mano tremante. Due martellate e una pausa, tre martellate, ancora una pausa e qualche castagna sul fuoco.
Non è semplice essere così. Percepire le cose fino al profondo delle radici. Raccontarle fa male. Ti uccide, più spesso di una sola volta. E morire più volte non fa necessariamente di te un santo, o un immortale.
Poi un giorno ti osservi dal bordo del fiume annegare via, perduto nelle correnti più tranquille. Ed è allora che diventi il tuo peggior nemico.
Cara Alice tu mi insegni che alla fine si torna, si torna sempre. Perché l’unica certezza è che tutte le strade riportano al punto di partenza.
Tornare a casa. Respirare. Preparare la cena e mangiare veloci. Perché tutto si raffredda in fretta. Perché ogni cosa in fondo è così da sempre.
17 marzo 2018 alle 6:59 PM |
Bello. … 😊
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17 marzo 2018 alle 7:20 PM |
Grazie 😄
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