In questa camera ogni cosa ha una sua collocazione, un posto, un preciso riferimento spaziale che non consente margini all’immaginazione.Il letto, il televisore, i mobili, i quadri, le camice, le scarpe, i tendaggi. Posso muoverli, ma solo all’interno dello stesso microcosmo.
Intanto fuori la vita continua a sciogliere la sua matassa. A volte eccitante, spesso intricata e innervata di illusorie certezze. Mentre il destino è li che se la ride seduto in un angolo. Col giornale di domani e un caffè freddo tra le dita. Lo sguardo scavato e gli occhi persi in quel punto dell’universo dove alla fine tutto, ma proprio tutto, spietatamente, converge.
Esiste un pensiero inevitabile. Esiste l’attimo che fa la differenza. Esiste un altrove raggiungibile fatto dei miei ricordi più belli. Certo, non sarò mai in grado di prendere le stelle. Non potrò farlo per nessuno. Ma sono in grado di sollevare una bimba sulle spalle ogni volta che desidera guardarne una più da vicino. Senza farla cadere mai. E oggi basta questo per farmi sentire in qualche modo, invincibile.
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