Ho la fortuna di avere un ego abbastanza strutturato. Per questo ho meno certezze degli altri. Però divento simpatico, perché sono flessibile. Divento affettuoso, perché sono sensibile. Non mi piace arroccarmi dietro a castelli di idee su cosa sia la vita, su come dovrebbe essere vissuta, o in che modo dovrebbe andare il mondo.
Evito di illudermi. Per non deludermi. Forse mi sono costruito troppe “sicurezze” per paura di non essere mai “abbastanza” nel confronto con gli altri. E in questa apparente funzionalità ho perso più tempo a proteggermi dalla vita. Che a vivere.
L’errore più grande è quello di essere convinto di avere a disposizione un bagaglio di tempo infinito per correggermi. Per recuperare. Per rimandare. Per fare meglio. Ma intanto la vita passa.
E ci sono mete talmente lontane che non basta tutto il viaggio per arrivarci.
6 agosto 2016 alle 7:44 am |
Direi che va bene così se ti fa star meglio. Con davanti la consapevolezza, che mi pare tu abbia, che ul castello potrebbe venir giù. In fondo, per esperienza, credo che la realtà possa essere tutto quello in cui sei disposto a credere. Un caro saluto.
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6 agosto 2016 alle 7:45 am |
Il problema è rapportarsi con le altre realtà in cui sono disposti a credere soltanto gli altri.
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6 agosto 2016 alle 7:47 am
Questo fa parte della vita ed è il grande problema delle relazioni.
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6 agosto 2016 alle 8:09 am
È quello che fa di una relazione, una relazione complicata.
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