Esco alle quattro e mezza. Faccio due passi. Guardo dove metto i piedi. Per terra qualche sigaretta spenta. Due scontrini. Un bottone. Forse qualcuno l’ha perso scendendo dalla macchina. Forse un movimento sbagliato, un cedimento strutturale. Una storia comunque indecifrabile. C’è vento stanotte. Ogni tanto qualche cartaccia prende a rotolare e cambia posizione. Chissà come sarebbe il panorama osservato rasoterra. Ma non posseggo la chiave giusta per capire. Forse è l’immaginazione che mi suggerisce i pensieri da prendere. E non la coincidenza tra le due cose: immaginazione e pensiero. Esercizio. Guardo l’asfalto davanti a me. Ci passeggio. Come una formica che cammina sulla pagina di un libro aperto. E che non può leggere niente delle parole che attraversa. Dei pensieri che ci sono scritti sopra. Lei raccoglie altre emozioni. Durata del tragitto. Altezza. Temperatura. Dimensioni. Colore. Consistenza. Qualcosa che si trova sulla pagina insieme alle parole scritte. Qualcosa che comunque non ha nulla a che vedere con le parole scritte. Ne costituisce solo la fisica. Stanotte attraverso il parcheggio di un hotel come una formica attraversa la pagina di un libro. Con sublime ignoranza. Non vedo parole. Non raccolgo significati. Ho solamente tanta voglia di riavvolgere il tempo. Arrivo alla meta quando mi rendo conto che quel tipo di terreno è finito. Forse ora mi si impone un salto. Ma lo posso evitare individuando un percorso migliore. Ci sono le scale a chiocciola. Poi l’ingresso. Le porte scorrevoli e il corridoio che porta in cucina. Magari prendo a secchiate d’acqua il pavimento. Magari metto un cornetto integrale nel microonde. Magari poi mi guardo le mani e sussurro: “Sono le cinque, mettiamo un punto e continuiamo domani!”
12 agosto 2015 alle 5:59 am |
Alle 5 tu hai messo un punto, io invece sono stato svegliato da mio figlio…e la giornata è ancora lunghissima!
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12 agosto 2015 alle 7:04 am |
Buona giornata allora 🙂
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12 agosto 2015 alle 7:12 am
Comunque quell’orario lì ha un gran fascino…se dovessi cambiar vita vivrei di notte…
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12 agosto 2015 alle 7:16 am
Il fascino non lo danno le lancette. Ma le emozioni. I luoghi e le persone. Io avevo un gran sonno, ma anche tanti ricordi di un recente passato. Qualcosa che in un settembre non molto lontano comunque mi ha lasciato tanto. Altrimenti sarebbe stato un istante come tanti altri, e probabilmente lo avrei vissuto sotto le coperte. ☺️
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