Chi scrive lo fa per una sua esigenza e non certo per sentirsi diverso dagli altri.
Chi scrive è perfettamente cosciente che quanto scritto potrebbe non piacere, risultare noioso, banale o troppo malinconico. Ma che importa?
Perché chi scrive non lo fa certo ad alta voce, si limita a sussurrare ogni parola su pagine color bianco elettronico.
Chi scrive sussurra un amore infinito e uno spietato bisogno di evadere dal resto del mondo reale. Cerca di trovare un senso ad ogni cosa. Il suo senso.
Chi scrive lo fa per rileggersi, lo fa per sé e non per gli altri.
Sarcastico, ironico e a volte malinconico.
Come si puó descrivere una luce che taglia un buio inaggirabile, se prima non si prova chiaramente che cosa sia il buio. Forse è proprio da un’esperienza di oscurità che si scopre l’adattabilità degli occhi a vedere.
Chi scrive fa tesoro anche di un unico raggio di pensiero che all’occorrenza illumina una notte fonda trasformandola in alba, nell’attesa di un nuovo giorno.
Scrivere è come vivere tra giorno e notte, tra speranza e disincanto, tra amore e odio, tra voce e silenzio.
Chi scrive vuole solo sbirciare attraverso la siepe e poi raccontarlo.
Chi scrive è come uno di quei cercatori d’oro delle pellicole western. Ogni pagina scritta è una preziosa pepita da raccogliere e custodire gelosamente!
Tag: Gianluca Marcucci, Scrivere
Rispondi