Stamattina avrei ancora tanti sogni da riordinare e quasi tutti i pensieri da raccogliere in pochi improvvisati capitoli. Frasi che si aprono sempre con una maiuscola e si chiudono con i classici due puntini.. Non tre come vorrebbe la grammatica italiana, ma sempre ed immancabilmente due..
Anche il mio modo di scrivere è imperfetto, ma sono io e non posso farci granché.
Con l’umore a metà strada tra una virgola ed un punto a capo, scrivo e rileggo con semplicità gli stati d’animo temporanei che tappezzano il mattino di questo mio domani.
Arrivo con gli occhi chiusi laddove uno sguardo umido non può arrivare ed è un delirante sogno che nasce senza fare tanto rumore. Mai troppo in ritardo e giammai puntuale..
Vorrei che qualcuno sognasse accanto a me. Vorrei che tenere carezze adulte danzassero tra i miei capelli. Vorrei che quel luminoso buio che si intravede nei miei affannati pensieri si trasformasse un giorno in qualcosa da condividere.
Da solo non riesco a scegliere un percorso che abbia un senso, una meta razionale tra queste infinite strade che portano ovunque ed in nessun posto.
Sono stanco di raddoppiare i miei sforzi correndo verso quell’obiettivo che non riconosco più. Ogni volta che raggiungo una cima mi accorgo che non ho più nulla da scalare e sento di non aver nemmeno iniziato il mio tragitto.
Forse questo non è più il mio posto.
Oggi aspetto. Scrivo. Ma tu ascolta.
Quelle tue dita che giocherellano nervosamente fanno da sottofondo a un silenzio assordante, uno spazio immenso dove si perdono anche le mie “grasse” parole.
Quando sono partito, ero lontano ed ero solo.
Oggi ho ancora tutti i sogni di allora, ma non mi sono avvicinato di un centimetro alla meta.
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