Ascolto a volume alto le parole di una vecchia canzone di Elisa: “E così scegliere, che ci sia luce nel disordine…”
Io invece ho visto troppo spesso la luce buttarsi via. Nascondersi. Celarsi. Sparire con discrezione nei vicoli poco frequentati del centro di Roma.
Nei rumorosi ristoranti, sempre alla moda e sempre pieni. Nella frenetica fila dei semafori di viale trastevere. Sempre rossi. Sempre anticipati dai motociclisti.
Sorrido a mezza bocca. A volte la mia ironia zoppica. Anche il sarcasmo ogni tanto vacilla.
Chiudo gli occhi e finalmente prendo coscienza di me stesso. Un uomo quasi alla fine della fila. Lanciato prepotentemente nel posto dove vivono gli orsetti gommosi, le vivident e i kinder bueno.
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