Si apre la porta. Mi aspetta un frate certosino. Mi invita a rispettare la regola del silenzio. Mi guarda in faccia. Mi studia. Entra in contatto diretto con me. E da questa mia assurda realtà io osservo le identità nascoste di un altro universo dipinto a olio. Un teschio. Una croce. Una clessidra. Un rosario. Una candela appena spenta e delle piume d’oca. Un cilicio. Degli occhiali e dei libri. Pane e verdure per un pasto. Una cesta con la legna. Intanto un gatto dipinto occupa il mio stesso spazio. Guarda dall’interno ciò che io sto guardando dall’esterno. La vita non è altro che un continuum temporale tra illusione e realtà. E il tempo scorre lento mentre un biglietto recita: “Erudi filium tuum et refrigerabit te et dabit delicias animae tuae”
Proverb. XXIX. 17.
“Correggi il figlio e ti farà contento e ti procurerà consolazioni.”
Proverbi 29:17
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