Credo di non essere mai riuscito a costruire una barchetta di carta. Ma ne ho viste di bellissime. Solcare pozzanghere. E inevitabilmente poi affondare. Forse è perché me la cavo meglio con i castelli in aria. Con quelli si che mi diverto. Ci infilo dentro una principessa. Gioco a difenderla dal drago di turno. Ed è sempre una favola. La mia favola. Magari non all’altezza di Biancaneve. Non emozionante come Cappuccetto Rosso. Ma sicuramente più credibile di Cenerentola. C’era una volta un principe ipovedente che ci ballò tutta la notte e non la riconobbe guardandola negli occhi. Ma solo infilandole una scarpa. Quanto inutile spreco di fantasia. In realtà l’unica cosa che ti insegnano le favole è che nessuno la desidera una storia semplice. A nessuno interessa davvero una vita tranquilla e rilassata. Forse perché somiglia troppo alla morte. Sorrido.
Stamattina me ne resterei così. Abbandonato tra le lenzuola. Ad osservare la regolarità delle travi in legno. Distratto. Confuso. Smarrito alle pendici del mio ultimo sogno. Con il tuo pensiero che continua a illuminarmi la mente e l’ombra di tutti i miei ricordi più belli che si allunga all’infinito. Meravigliosamente persa tra l’odore del caffè sul fuoco e le pieghe del mio nulla più profondo.
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