Stamattina il traffico è un’epidemia contagiosa che blocca le strade di Roma. Il sole picchia duro. La radio recita le solite puttanate del mattino. C’è chi telefona. Chi si racconta. Chi fa dediche e chi indovina titoli di canzoni a caso. Nella Smart della fila accanto un ragazzo sta litigando con una ragazza. Lui gesticola con troppo vigore per essere il marito. Sono giovani. Magari sono fratelli e stanno decidendo chi porterà a spasso il cane stasera.
Intanto la fila scorre lentamente. C’è uno scooter a terra. Un telo bianco copre il profilo di un uomo. Situazione impressionante. Chi è quella persona immobile sull’asfalto e dove stava andando? Viviamo nell’illusione di vivere veramente, poi un giorno la vita finisce. Il nostro sguardo, il nostro modo di pensare, i nostri pregi, i nostri difetti, la nostra cultura e la nostra situazione. Tutto si ferma all’improvviso. Adesso si cammina. Controllo l’ora. Il raccordo anulare era un inferno e non si andava più avanti. Sono passati circa dieci minuti dal punto dell’incidente. Seicento secondi, ma non mi sono mai mosso. Oggi farà caldissimo. La media delle temperature degli ultimi venti anni è la più alta tra tutte quelle mai registrate. Lo hanno detto alla radio. Ma sono in un universo troppo lontano con la mente. Non posso farlo questo conto. Saprei quanto viene, ma non capirei quanto vale.
Rispondi