Certi viaggi nascono così. Sali sul treno appeso ai condizionali. Oggi vorrei. Magari potrei. Stavolta dovrei.
Chissà se in questo vagone c’è un po’ di spazio per la mia insofferenza o se mi faranno pagare il supplemento.
Il controllore mi ha fatto lo sguardo da finanziere. Forse ha già perquisito le mie incertezze. “È tutto a posto?”, ha domandato.
“Non lo so, è tutto a posto?”, ho risposto.
In me non c’è mai stato niente di così importante da guardare. Eppure trovo sempre qualcuno disposto a osservare tutto.
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